RETTOCOLITE ULCEROSA
Quadro clinico (assente periodo
prodromico, quindi poche settimane tra esordio e diagnosi)
1.
Esordio insidioso, spesso preceduto dall’uso di
FANS e antibiotici (può mimare una colite acuta infettiva);
2.
Rettorragia profusa (invariabilmente presente all’esordio
e nelle fasi attive di malattia, se costantemente assente à diagnosi di esclusione
di RCU);
3.
Diarrea mucosanguinolenta (spesso notturna,
sveglia il paziente. In presenza solo di proctite o proctosigmoidite);
4.
Tenesmo (a volte, tipico ma non specifico da
flogosi del retto);
5.
Dolore basso addome (o a tutti i quadranti, che
non si allevia, se non in parte, con l’evacuazione, non rappresenta un sintomo
di rilievo);
6.
Disidratazione (anziani);
7.
Perdita di peso (nel 40%);
8.
Tachicardia.
Manifestazioni extra-intestinali
1.
Uveiti
2.
Colangite sclerosante primitiva (ittero
colestatico, insufficienza epatica)
3.
Spondilite anchilosante
4.
Pioderma gangrenoso
5.
Eritema nodoso
6.
Pleuriti
7.
Spondiloartropatie
8.
Dolore infiammatorio alla schiena
9.
Sinoviti
10. Sacroileite
11. Ascessi
sottocutanei
12. Sclerosi
multipla
Alcuni casi fulminante (prevalentemente nei
bambini) con:
1.
Severa Diarrea
2.
Crampi
3.
Febbre
4.
Leucocitosi
5.
Distensione addominale
Nei bambini:
1.
Fatica
2.
Artriti
3.
Insufficiente aumento di peso
4.
Pubertà ritardata
SEVERITÀ
Lieve
·
Sanguinamento rettale
·
<4 scariche/di
Medio
·
Sanguinamento rettale
·
>4 scariche/di
Grave
·
Sanguinamento rettale
·
>4 scariche/di
·
una malattia sistemica con ipoalbuminemia
(>30g/L)
WORKUP
ENDOSCOPIA
-
Infiammazione simmetrica continua e
circonferenziale che parte dal retto e si estende distalmente in maniera
uniforme in maniera uniforme (con possibilità di skip lesions al cieco).
BIOPSIA
(da evitare in presenza di infiammazione severa)
-
distorsione e/o atrofia delle cripte;
-
infiltrato infiammatorio acuto e cronico nella
lamina propria;
-
homing dei neutrofili verso l’epitelio delle
cripte;
-
plasmacellule vicino del Paneth a livello del
retto (NB: ascessi criptici non specifici).
LABORATORIO
ANCA;
pANCA;
ASCA
(più per il Crohn);
Emocromo;
Anemia
(HB<14g/dL nei M – HB<12g/dL nelle F) à
Anemia ipocromica sideropenica (nel 50% nelle fase attive secondaria alle
perdite ematiche);
Trombocitosi
(piastrine>350000/μL);
Ipoalbuminemia (>3.5g/dL, da ridotto
apporto ma soprattutto per le perdite
intestinali) ;
Ipokaliemia (<3.5mEq/L);
Ipomagnesemia (Mg<1.5mg/dL);
Fosfatasi
Alcalina >125 U/L (suggerisce Colangite Sclerosante Primaria, 3 volte ULN);
VES
elevata e Proteina C-reattiva>100mg/L (invariabilmente elevate nelle fasi
moderate-severe);
Analisi
delle feci
Rx a
doppio contrasto.
Limitata
a Colon-retto. Retto sempre coinvolto. Diffusione per continuità.
ELEMENTI DI DIAGNOSI
-
Anamnesi positiva per familiarità con MICI, abitudine
al fumo, pregressa appendicectomia;
-
valutare la recente assunzione di FANS e
antibiotici, viaggi in paesi a rischio
di amebiasi;
-
Triade positiva per RCU: sangue nelle feci,
tenesmo e diarrea: porre sospetto;
-
esame obiettivo non diagnostico;
-
Esplorazione digitale ano-rettale: sangue e
noduli emorroidari, ragadi e masse aggettanti nel retto (polipi o neoplasie?);
-
escludere patologie infettive: esame colturale
delle feci (inclusa ricerca E. Coli 0157:H2, infezioni batteriche e
parassitarie per 3 giorni per Salmonella, Shighella, Campylobacter, ameba,
tossina del Clostridium difficile);
-
anticorpi antiameba e ricarca tossina Clostridium difficile in presenza di
sospetto clinico;
-
fistole perianali: Crohn?;
-
Dolore addominale in fossa iliaca dx e massa
palpabile: Crohn?;
-
Massa palpabile e dolorabile in fossa iliaca
sinistra: RCU?
-
Megacolon tossico: distensione addominale,
riduzione, assenza o rumori metallici.
-
Ispezione della cute: pioderma
gangrenoso/eritema nodoso, RCU?
ENDOSCOPIA/ISTOLOGIA: Gold Standard.
Elementi
orientanti verso altre diagnosi:
-
granulomi: Crohn, TBC, Clamidia, schistosomiasi,
sifilide;
-
trofozoiti amebici;
-
inclusi virali (citomegalovirus, colite
erpetica);
-
pseudomembrane (Clostridium Difficile);
Elementi
diagnostici per altre patologie (ischemia, colite attinica, ulcera solitaria
del retto, colite da farmaci, colite microscopica;
-
ANCA/ASCA: non raccomandati come elemento
primario di diagnosi, utili in casi selezionati di difficile inquadramento;
-
presenza di ulcere nel colon e pseudopolipi
diffusi.
RX diretto dell’addome
Identificare
l’estensione delle lesioni;
TERAPIA
Il
trattamento della rettocolite ulcerosa si basa sulla iniziale gestione medica
con corticosteroidi e agenti anti-infiammatori, come la sulfalazina, in
concomitanza del trattamento sintomatico con agenti antidiarroici e
reidratazione. La chirurgia è contemplata o quando fallisce il trattamento
medico o quando si verifica un’emergenza chirurgica (ad es. la perforazione del
colon). Le opzioni chirurgiche comprendono la colectomia totale
(panproctocolectomia), l’ileostomia, la coletctomia totale e la ricostruzione
ileo-anale o altre anastomosi. In una situazione di emergenza è consigliabile
la colectromia subtotale con ileostomia.
La
rettocolite ulcerosa cronica è associata con un aumento del rischio di
carcinoma e un carcinoma del colon può essere facilmente non evidenziato in un
lungo decorso cronico. Tali pazienti devono essere a conoscenza di tale rischio
aumentato e devono essere consigliati su un possibile intervento in elezione
dopo 10 anni di malattia a prescindere dalla accertata patologia neoplastica.
Nessuna
evidenza scientifica dimostra che un regolare screening endoscopico in questi
pazienti migliora la sopravvivenza. Tuttavia molti gastroenterologi programmano
un controllo periodico endoscopico proprio per il rischio di degenerazione
neoplastica e possibili implicazioni legali in mancanza di rilevamento.
Malattia lieve: per una malattia lieve
confinata al retto, la mesalazina (ASACOL, supposta) è la terapia di scelta.
Clisteri e schiume sono meno efficaci per la rapida diminuzione di
concentrazione nel retto. Il coinvolgimento del colon sinistro è meglio
trattato dalla combinazione di mesalazina (supposta) e aminosalicylate orale.
La terapia combinata, orale e topica, è più efficace che effettuata
singolarmente. Tra gli aminosalicilati orali, la sulfasalazina ha la storia più
lunga. Essa è un 5-aminosalicilato accoppiato a sulfapiridone. È scarsamente
assorbito nell’intestino, mentre i batteri del colon lo liberano dal gruppo
sulfamidico permettendo al 5-ASA di esercitare il suo effetto
anti-infiammatorio sulla mucosa inibendo la sintesi di prostaglandina. La
mesalazina (farmaco preferito), un’altra molecola contenente 5-ASA, è meglio
tollerata per via orale rispetto alla sulfasalazina. Mesalazina: 2mg/die induce
remissione e previene ricaduta. Dosi più alte non sembrano dare benefici.
A
remissione raggiunta non è chiaro se continuare la terapia giornaliera dia dei
benefici.
Gli
steroidi per via sistemica sono indicati quando la malattia non risponde agli
aminosalicilati.
Malattia acuta/grave: >6 scariche
(sanguinolenti)/die associata a una delle seguenti condizioni, febbre>38°,
Hb<10.5 g/dL, frequenza cardiaca>90bpm, VES>30mm/H o PCR>30,
richiede ospedalizzazione e trattamento per via endovenosa con corticosteroidi
ad alto dosaggio (idrocortisone 400mg/die o metilpreddnisolone 60mg/d) per
indurre remissione.
Ciclosporina,
tacrolimus, infliximab e adalimumab
sono spesso efficaci nel controllare la malattia steroido-resistente. Nessuna
raccomandazione è ancora stata fornita sulla scelta tra uno di essi. Sono tutti
stati associati con sepsi importanti. Ciclosporina e tacrolimus sono
nefrotossici, quindi non utilizzabili per la terapia a lungo termine. Infliximab
deve essere somministrato con un antimetabolita per limitare lo sviluppo di un
anticorpo anti-murino HAMA (???). Infliximab riduce la necessita di ricorrere
alla chirurgia e la frequenza dei ricoveri.
Altre
possibili scelte terapeutiche non standard.
Antibiotici
Leucacitaferesi:
promettente per indurre la remissione e prevenire le complicanze settiche
post-operatorie. Promettente sia negli adulti che nei bambini, ma richiede
molte risorse.
Terapia di mantenimento: una volta
raggiunta la remissione, la terapia di mantenimento è finalizzata ad evitare
ricadute. Gli aminosalicilati orali sono indicati per i pazienti che hanno ben
risposto agli ASA o agli steroidi. In assenza di terapia di mantenimento vi
sono alti tassi di ricaduta. I pazienti che non possono continuare tale terapia
o perché intolleranti, possono provare l’azatiprina o la 6-mercaptopurina (si
sono dimostrati efficaci). Se la remissione è stata indotta con Infliximad
bisogna continuare con questo farmaco o con l’azatioprina.
I
corticosteroidi utilizzati per indurre la remissione possono essere continuati
per 8 settimane. Una nuova formulazione di budesonide (9mg/die) a rilascio
lento (Uceris) è stato parrovato dalla FDA nel Gennaio 2013.
I
probiotici sembrano efficaci nel mantenere la remissione della malattia.
Nessuna
restrizione per la dieta. Tuttavia può essere presente intolleranza al
lattosio.
Indicazioni alla chirurgia: storicamente
vista come la terapia definitiva. Le indicazioni sono molteplici. Fallimento
della terapia medica è la più comune. Indicazioni per la chirurgia d’urgenza
includono il megacolon tossico refrattario alla terapia medica, attacco
fulminante refrattario alla gestione medica e il sanguinamento incontrollato
del colon. Indicazioni per la chirurgia elettiva includono la dipendenza a
lungo termine agli steroidi, displasia o adenocarcinoma accertato alla biopsia
di screening e la malattia di lunga durata superiore ai 7-10 anni.
Sulfasalazina:
Rettocolite ulcerosa lieve/moderata, terapia aggiuntiva nei casi severi,
prolungati o per la remissione. 3-4 g/die per OS (PO) divise in tre volte (TID)
dopo i pasti. Si può inziare con 1-2 g/die per OS (PO) divise in tre volte
(TID) dopo i pasti.
Mesalazina:
rettocolite ulcerosa attiva, lieve/moderata. ASACOL 800mg per OS (PO) divise in
tre volte (TID) per 6 settimane. Per il mantenimento della remissione: ASACOL
1.2-2.4 g/die per OS (PO) in dosi divise.
TNFi:
Infliximab 5 mg/Kg/die ev a 0, 2 e 6 settimane. Adalimumab 2-4 mg/Kg/24 ore ev.
Corticosteroidi:
1 mg/Kg/die ev.
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